Precarie all’asta

precarieMANUELA CAVALIERI

Tutto tace. Si sente solo il leggero fruscio della carta. Sono undici. Tutte donne, tutte mute. I cartelli che stringono tra le mani, parlano per loro. Sono le “vittime di Brunetta”. Fannullone, dunque? Non precisamente. Sono le centraliniste del call center dell’Ospedale di Legnano. Il famigerato decreto legge impedirà, difatti, il rinnovo del loro contratto precario perché hanno prestato servizio per più di tre anni nell’ultimo quinquennio. Hanno scelto la piazza virtuale di YouTube per la loro protesta. Nel girato amatoriale, le donne sorridono appena, nervosamente. La telecamera, certo, le imbarazza. Il disagio non vela, tuttavia, la preoccupazione di vedersi improvvisamente senza un lavoro dignitoso. Ci sono donne sole con figli a carico. Sui volti l’interrogativo: cosa ne sarà della loro famiglia? Non sono più padrone del loro destino, si sentono merce priva di valore, destinata al ribasso. Si vendono dunque. Vendono le illusioni perdute. Vendono la loro storia. Da oggi, 2 settembre, anche voi potrete “acquistare” una precaria. Mercanzia inflazionata, certo, ma pur sempre prodotto tipico. Rigorosamente made in Italy. “Ed ora non ci resta che il silenzio!”.

Share Button

1 Comment

  1. Non è possibile che chi ha lavorato per un lungo periodo in una stessa azienda non debba essere necessariamente assunto a tempo determinato, ma debba però lasciare per forza il posto di lavoro. Ovviamente le aziende per risparmiare preferiscono assumere altri lavoratori con contratti a tempo determinato piuttosto che trasformare i precari in lavoratori con contratti a tempo indeterminato.

    Questo meccanismo fa sì che allo scadere dei 3 anni nascano altri precari e poi altri ancora… Ciò accadrà finché che non si modificherà la normativa oppure finché in Italia non cambierà la cultura del lavoro o addirittura l’intero sistema economico.

Comments are closed.