Superficialità e ignavia mortali

NON È COLPA della scienza se ci sono i terremoti. Ma è responsabilità degli scienziati offrire ai cittadini gli elementi essenziali per far fronte a un rischio ipotizzabile, plausibile. Rossella Graziani ha raccontato in un diario i giorni che precedettero la sciagura. Proprio quel diario angoscioso e furente, che qui pubblichiamo, documenta l’approssimazione, la superficialità se non l’ignavia che hanno accompagnato la città alla morte. È parso infatti che la principale occupazione delle istituzioni fosse l’iniezione quotidiana di dosi massicce e collettive di valium.
L’AQUILA è stata tradita due volte. Prima è andata incontro inconsapevole alla terribile forza della natura, per poi divenirne un perfetto set della morte. Assieme agli uomini anche la coscienza civile è stata rinchiusa e recintata nelle tendopoli. Non si entrava e non si usciva da lì. Obbligata al silenzio mentre il dolore diveniva teatro. Se L’Aquila ha una colpa, perchè al mondo non esistono i buoni da una parte e i cattivi dall’altra, è di non essersi in qualche modo ribellata. Non poteva farlo prima della sciagura, certo. Manon l’ha fatto nemmeno dopo. Prima ha bevuto il valium,dopo ha assistito inerme alla sua regressione democra-tica, allo scarto tra la sua condizione e la realtà. E al fiume di soldi che l’ha inondata affamandola quasi.
da: Il Fatto Quotidiano, 24 ottobre 2012