Il pensiero mobile degli ultà di B.

HANNO CAMBIATO IDEA IN POCHE SETTIMANE: LO VOLEVANO PADRE NOBILE, MA VA BENE ANCHE IN CAMPO
È la reginetta dell’idea pendula, del pensiero dondolante. Dipende solo dal vento. Era libeccio il 24 ottobre scorso, e lei, la compitissima Mariastella Gelmini, indimenticata ministra dell’Istruzione, anche particolarmente ispirata. “È ancora una volta un gesto generoso e carico di futuro”. Illustrava l’ultimo regalo di Berlusconi: “Con questa decisione ci insegna la virtù della rinuncia”. Si era fatto da parte e Mariastella, sua intima, aveva tributato l’addio con quell’enfasi che resta scritta. Infatti il 7 novembre, giorno di grecale, iniziò a interrogarsi sul da farsi. Lei la vedeva così: “Uno schema con Angelino Alfano segretario e Luca di Montezemolo premier. Con le primarie e con un bagno di democrazia si realizzano le condizioni del rinnovamento. Anche Monti non mi dispiacerebbe, ha portato avanti un’opera di risanamento con grande onestà intellettuale. Ora si dovrebbe candidare”.
TERSA GIORNATA d’autunno, mente schiarita. Non ridete adesso, perché Gelmini, per talento innato, costruisce pensieri paralleli. Infatti ieri (tramontana): “Il tempo della decisione è arrivato. Per non consegnare l’Italia a Bersani e a Grillo serve il coraggio di Berlusconi”. Serve la rosa dei venti per classificare questo magnifico battaglione di politici-lego: metto una parola, la sposto, la alzo, la smonto. Nel gioco dei concetti falsi, della convenienza che segna il tempo e il sorriso, persino Patrizia D’Addario, nota ritrattista dei bagni di casa Berlusconi, conquista un posto in Paradiso: “Con Silvio si stava sicuramente meglio”. Più che carta che canta è carta che piange, sono prove inguardabili di giravolte, esibizionismo di un’incoscienza da talk show. Ci vuole talento e un lato a che bisticci senza pudore col lato b del proprio pensiero, una stupenda faccia di bronzo che riesca a contenere, tra le labbra, il vero e il falso. Mara Carfagna: “Sosterrò le primarie di Alfano, e Berlusconi potrà fare il padre nobile del partito” (12 novembre 2012). E “con le primarie, che sono un percorso irrevocabile, ci sarà un consolidamento della leadership di Angelino, che dunque è il nostro candidato”. Di irrevocabile Mara sapeva che non c’è nulla su questa terra, e nemmeno la sua intelligenza poteva essere a prova di furto. Ieri si è come librata in volo quando Silvio ha raccolto le forze ed è divenuto di nuovo padre padrone: “Ha garantito la pace sociale, ha governato fino a un anno fa, per noi è tutto più facile”. Più facile per Mara e più facile persino per Stefania Prestigiacomo, una ultras della commedia, cero tragico alla servitù imperitura. A settembre (per la precisione il 29, notevole scirocco) era “disgustata” dalla politica, dal partito, dal mondo intero: “Questa nomenklatura ha fallito, è solo lotta tra bande che a tutto pensano tranne che ai problemi della gente. Io lascio”. Capito? A tutto pensano Verdini, Dell’Utri, Alfano e compagnia bella, tranne che ai problemi della gente. Quello era il partito di Berlusconi. E questo resta. Infatti Stefania oggi: “Berlusconi non può più tirarsi indietro, deve ridiscendere in campo anche per giocare questa partita, condurre il Pdl alle elezioni politiche”. Anche Deborah Bergamini voleva aiutare Alfano. “Bisogna aiutarlo a costruire un partito nuovo”. Sono effetti ottici, purtroppo. Persino il destinatario di tanto amore, caricato di tanta responsabilità, ha cambiato idea su sé stesso. Alfano ha annullato le primarie, chiuso a chiave il suo corpo e si è autoretrocesso a vice leader annunciando la ridiscesa in campo (sesta volta) di B. e – senza sorridere ha convocato la guerra santa “contro i comunisti”. RESTA UN SENSO di vuoto e quella frase, attribuita al trio disperato Fitto-Quagliariello-Lupi che ora sembrano (ancora per quanto?) gli unici sorpresi del cambio di umore così repentino: “Non solo è maggiordomo, ma è anche traditore!”. Che sia falsa o vera questa accusa poco conta. La politica non ha più parole, non avverte il minimo senso di rispetto verso la verità e in fin dei conti verso sé stessa. Dice e smentisce. E sembra una farsa sia quando piange che quando ride. Altro che istituzioni. Ci vorrebbe un corso di rieducazione civica, e l’invito, ogni volta che qualcuno di loro apre bocca, a ripetere il concetto. Lei, onorevole, ha compreso quel che sta dicendo? Ne è convinto veramente? Ecco, per via del pensiero pendulo noi adesso ci interroghiamo se la bravissima Beatrice Lorenzin, sfrenata rinnovatrice, e donna capace, ieri stesse esultando per davvero alle parole di Alfano che invitava Monti a sloggiare e Berlusconi ad intervenire. Beatrice ha alzato le mani in segno di giubilo. Se non lo sa glielo riveliamo noi.

da: Il Fatto Quotidiano, 8 dicembre 2012

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