Nancy Brilli: “Io, vasi da notte e ramazze. Basta tv come questure”

Pensavo al proprietario del pisello.

Non intendo rivelare l’identità certo a lei.

Chissà come starà in ansia lui.

Ha le spalle così larghe, certo non sarà impaurito dalle mie parole.

Un grande produttore.

Altri magari saranno più preoccupati. Vuole scommettere che sto qui a fare l’intervista, parlo per più di un’ora e di tutto lo scibile umano e domani comparirà il titolo sul pisello mascherato?

I dettagli a volte illustrano la scena meglio dell’inquadratura principale. In questo caso il pisello del produttore che secondo Nancy Brilli sarebbe il più potente e dunque il più ciucciato d’Italia aiuta a raccontare il cinema italiano e certi suoi talenti.

Ho riferito in tv una confidenza fattami da una persona dai modi piuttosto sgarbati e con un linguaggio piuttosto triviale. Il contesto (a Porta a Porta si parlava delle accuse di violenza sessuale avanzate al l’amico e collega Fausto Brizzi) mi hanno autorizzato a riferirne il contenuto con la medesima crudezza.

Il solito de relato.

Quando la tv si sostituisce allo Stato, un programma si trasforma nella sezione investigativa della Questura. Questo è. E non me ne capacito.

Lei è andata in tv a difendere Brizzi perché è suo amico. L’esclusiva ragione della sua scelta è stata la colleganza, non il merito delle accuse.

È mio amico, lo conosco e lo stimo. Non mi è mai capitato di ascoltare su di lui nulla di quel che ho letto e udito. A lei pare così strano che sia andata a raccontare la mia verità?

Si parla tanto della scarsa reputazione della politica. Ma il mondo dello spettacolo spesso assume atteggiamenti assai più corporativi.

Mi faccia un esempio.

Un’intervista se non è coniugata alla promozione di un suo film. Tecnicamente si chiama marchetta.

Nell’intervista può fare tutte le domande che vuole all’attrice che promuove.

Di lei si dice che sia assai antipatica.

Di me si dice invece l’opposto: mi trovano tutti simpaticissima. Sono io che mi ritengo antipatica.

Insicura e invidiosa della felicità altrui.

Questo sì. Ho avuto un’infanzia non spensierata.

Ha utilizzato il suo potere per fare avances a qualche attore?

Ma che dice? Semmai la conoscenza sul luogo di lavoro è stata la ragione di un innamoramento successivo. Come sa io sono stata sposata con Massimo Ghini, poi con Luca Manfredi.

So.

Ho avuto la fortuna di avere tutti gli uomini che mi piacevano.

Il privilegio di essere belle.

Questa frase – che lei riporta piuttosto maluccio – credo faccia riferimento a episodi accaduti durante la registrazione di una fiction per Canale 5 (Caterina e le sue figlie) in cui interpretavo Renata, una donna che aveva avuto il corpo sfigurato dalla gravidanza. Io chiesi di rendermi obesa: mi applicavano quantità enormi di gommapiuma. Una fatica per sostenere tutto quel peso. Il trucco mi allargava a dismisura, ero un’altra. Tra una scena e l’altra accadeva che avessi voglia di un caffè, e non potessi certo togliere la bardatura. Non mi riconoscevano per strada. Essere grassa mi faceva diversa, fuori dal comune. Al bar venivo servita per ultima, il barista quasi non mi guardava. Ero fuori dalla convenzione, dallo standard, dall’uso comune e dalla dimensione comune dei corpi. Diversa, quindi emarginata. Un grande dolore, ma un grande insegnamento.

Uscire per strada con la ramazza a pulire i marciapiedi del suo quartiere romano è stato uno spot anti-Raggi o un’attività a tempo indeterminato?

Quale spot? La ramazza la uso ancora, pulisco abitualmente pezzi del mio quartiere. Fanno parte della missione urbana, un progetto solidale che mi vede presente.

Roma è ancora così sporca?

Lurida, direi.

Ha votato Raggi e se ne è pentita.

Non le dirò mai chi ho votato.

Voi attori avete sempre così tanta paura di esporre le vostre idee? Siete anche elettori, mica cittadini intubati con l’ossessione del restyling. Giovani per tutta la vita, belli per sempre?

Ma mi ha visto? Ma sa che ho 52 anni? Ha guardato le mie rughe?

M’incuriosisce il fatto che lei a ogni piè sospinto parli delle rughe e dell’età.

Mi accompagnano nel viaggio della vita. Non ne sono felice ma non le sottraggo alla vista.

È lei che si è innamorata del chirurgo plastico Roy De Vita.

Embè? E allora?

Pensavo che tra le conseguenze dell’amore …

Ho conosciuto lui per risolvere una cicatrice di altra natura e in un altro punto del corpo.

Continua la raccolta di vasini da notte?

In verità non ho mai inteso realizzare una raccolta. Li ho accumulati nel tempo, poi ho fatto il conto.

Erano quindici.

E quindici sono rimasti.

Mi torna in mente il pisello mascherato. Ma di chi sarà?

Buonasera.

Da: Il Fatto Quotidiano, 21 novembre 2017

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