Letta, quarantenne in fuga “Giù le mani dal Quirinale”

NELLA CONFERENZA DI FINE ANNO IL PREMIER RIVENDICA: HO RINGIOVANITO IL GOVERNO
Enrico Letta profuma d’incenso anche quando scatta, rompe gli argini, avverte che lui c’è in campo. Gli rovina il salto nel futuro quel profilo curiale che sempre lo risistema nel passato, nella curva grigio Londra dell’apparato di Stato. Ieri ha provato, riassumendosi, ad aprire il discorso di fine anno con un ritmo da beat generation: siamo i quarantenni al potere, “un’epocale svolta generazionale”, saremo ricordati dalla storia per aver salvato l’Italia e mandato al macero il potere immobile dei nostri papà. Ecco qui il primo inciampo tecnico Perchè l’Italia ha avuto da quarant’anni un Letta sul capo e si confonde, si attarda, si stufa di ricordare che Enrico non è Gianni. Anzi, odiosissima ricorrenza, sovrappone spesso l’uno sull’altro, sussume il piccolo nel grande, o anche riconduce i due a una sola unità impersonale, dal sorriso glaciale: i Letta.Continue reading

Contratto sessuale, la Casta tocca il fondo

Non c’è più incredulità, ed è questo che alla fine fa più paura. La vicenda dell’assessore regionale abruzzese (del Pdl) che impone alla segretaria una prestazione sessuale settimanale come elemento accessorio della retribuzione ci conduce nello sconforto, ma quasi non ci stupisce. Siamo davanti alla disperata certezza di non aver toccato ancora il fondo, che anzi il fondo non esiste e non c’è più un limite al contegno pubblico, una misura massima persino nella depravazione. Siamo in presenza di un vero e proprio codice del crimine (l’assessore è stato arrestato per tangenti) ed esiste purtroppo anche una alterazione psicologica del comportamento pubblico che insieme è scempio dell’etica e testimone della idea anarcoide che si è fatta strada. Non c’è crisi economica che tenga. Continue reading

Nutella, il dolce mito s’infrange: vendite giù

C’è la passione e la memoria che ci accompagna e ci rende comizianti di questo piacere. Insieme alla Nutella molte generazioni di italiani sono cresciuti. Figli e figlie e papà e mamme e nonni oramai possono leggere la propria vita attraverso quel barattolo, raccontare la gioventù agli amici, testimoniarla in famiglia grazie a quel monumento indiscutibile delle nostre cucine. Dolce, dunque buono. E accessibile, popolare. Perciò la notizia che persino lei viva un momento di difficoltà, con le vendite calate di un 5,3% ci fa più paura di quanto sia in realtà necessario. Certo, la crisi così ampia genera flessioni altrettanto larghe, eppure la percezione che un mito sia infranto, che nemmeno la Nutella riesca a reggere davanti a questa modernità impoverita e insieme caotica, rende acuto il dispiacere che nessun simbolo, nemmeno il più intimo e vivo come quel barattolo, riesca a sopravvivere a questi cattivi tempi.Continue reading

Carissimi nemici, prossimo rottamato : Giorgio Napolitano

DA QUANDO ENTRÒ NELLA CORSA PER PALAZZO CHIGI A QUANDO IMPALLINÒ L’AMNISTIA: INCONTRI E CONFLITTI TRA RENZI E IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Lui amava Coppi, l’altro tiene per Bartali. Lui tifa per sé, l’altro appoggia Letta. La studiatissima fuga dal Quirinale di Matteo Renzi non è solo una perfetta messa in scena di teatrale distanza dal Palazzo e dai suoi riti, i suoi giochi e anche i suoi patti. In questo caso il fuggitivo, dileguandosi tra i vicoli di Roma, rifiuta la tutela del capo dello Stato e rinunzia a quella dose di consigli che privatamente gli erano pervenuti. Uno fra tutti: delimitare meglio il campo politico dentro cui approvare la riforma della legge elettorale. Invece ieri, il solito bastian contrario: “Il confronto è aperto a tutti”.Continue reading

Il tramonto dal Quirinale

D’ALEMA, CASINI: IL PICCOLO MONDO ANTICO SI RITROVA PER IL LIBRO DI NAPOLITANO
È un mondo antico e in qualche modo declinante. Vederlo riunito, come ieri è accaduto a Montecitorio, consegna la foto di un gruppo che è fuori dal registro anagrafico dell’attuale classe politica, in difficoltà crescente nel guidarla e con il disagio di trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Ieri Giorgio Napolitano ha convocato Massimo D’Alema e Pier Ferdinando Casini per presentare “La via maestra”, un suo dialogo sull’Europa firmato da Federico Rampini. Doveva essere, nelle intenzioni, un libro postumo alla sua permanenza al Quirinale. Il capo dello Stato è invece in carica e regge con qualche affanno “i sommovimenti” di questo tempo. La sua leadership politica è messa in crisi dalla inconcludenza di uno schieramento politico (le larghe intese poi divenute strette) sul quale, accettando la rielezione, aveva puntato tutto. E l’Europa, l’altra frontiera che Napolitano ha sempre visto come la sola capace di tenere unita l’Italia nello sviluppo della sua democrazia e della sua economia, fallisce miseramente la sua missione. Crisi interna e internazionale. Crisi politica, economica e adesso anche sociale. Napolitano che doveva garantire la exit strategy, registra, come un notaio, l’assoluta inconcludenza del Palazzo, il suo autismo, la separatezza con una società azzoppata.Continue reading

“Matteo il Superbo” e l’odio liquido degli sconfitti

D’ALEMA SI DEFILA. DE MICHELI RICORDA PRODI: “A SPOGLIO IN CORSO, RENZI DISSE: LA CANDIDATURA È RITIRATA”
Ora sono i bambini a mangiare i comunisti. É terribile ma bisogna dirlo anche a Sposetti, l’uomo dei soldi del Pci in soffitta o in banca, comunque fuori dalla portata del tipetto di Firenze. Sposetti ha subito interrogato l’anima di Lenin: Che fare? Era e forse resta, lui e tantissimi altri militanti rossi, in attesa di un minimo atto di resistenza belligerante, un segno visibile di una guerra che pur si deve combattere, di una dignità da difendere, non solo della storia o degli immobili che pure sono importanti. Perchè a Largo del Nazareno è parso, nelle prime ore della disgrazia, che Matteo il Superbo non desse scampo nemmeno alla resa. Il corridoio al secondo piano ieri l’altro era un lungo e innocente scivolo di benvenuto. Le porte aperte in segno di abbandono di ogni resistenza e gli occhi dei funzionari fissi al computer, come a dimostrare abnegazione e fiducia nella fatica. Tutti al lavoro, insomma.Continue reading

Avere 40 anni e l’Italia in pugno

Sono due i Matteo, un Angelino e un Enrico. Appena sopra e appena sotto la linea dei quaranta. Chi è già padrone del vapore, chi ancora mezzadro e in fase di apprendistato. È questa la meglio gioventù.
Sull’anagrafe, ancor prima che sulle idee di Matteo Renzi, il popolo del Pd ha combattuto, e per ora vinto, la sua battaglia. La commovente fila di capelli grigi, di fiocchi d’argento, di pelate consumate dal tempo e dal sole, di nonne e nonni che attendevano in fila di compiere l’ultimo disperato atto di salvezza, è stato quello di consegnare il loro mondo a un estraneo, a un diverso, a chi – come Matteo – per età, non fosse altro che per l’età, non aveva nulla da farsi perdonare. Niente analisi del sangue, nessuna traccia di familismo. Nuovo, giovane, sveglio, veloce. Perfetto nell’azione. Non è di sinistra? È parso l’ultimo dei mali, e davvero secondaria preoccupazione. È stata anche, forse soprattutto, una solenne psicoterapia di gruppo: estrarre il male da sé, e con esso anche gli ideali, il tempo speso nella militanza, le ore impiegate a discutere, gli anni passati a perdere. Meglio cavarselo questo dente da bocca, malgrado il dolore, l’angoscia di restare senza, la sensazione di buttare l’acqua sporca e pure il figlioletto.Continue reading

Il relitto del Sud che ospita solo i disperati

CROTONE, LA CASA DI PITAGORA, IMMERSA IN UNA BAIA MAGNIFICA, AVEVA PUNTATO TUTTO SU CENTRALI ELETTRICHE E GRANDI INDUSTRIE: ORA RESTANO vivalitaliaL’AMIANTO E IL PERCOLATO, I MALATI DI TUMORE, I BARCONI DEI CLANDESTINI, LA ‘NDRANGHETA E UNA SQUADRA DI CALCIO CHE SOGNA LA SERIE A. MA I GIOVANI, APPENA POSSONO, FUGGONO
Pitagora sarebbe presto ammattito e avrebbe rinunciato per disperazione a costruire il suo teorema. Altro che ipotenusa e cateto! Crotone, la sua città, ha ridotto in cenere la ragione e ogni equivalenza possibile. Benché immersa in una baia magnifica – infatti risulta comicamente area marina protetta – è avvelenata fino nelle sue narici. Cammina ogni giorno sul bitume contaminato da una schifezza dalla sigla oscura (il cic, conglomerato idraulico catalitico), manda a scuola i suoi figli e trova l’amianto, attende il passaporto in Questura e l’aspetta il cadmio. Cerca l’ospedale e spunta la clinica privata, punta al mare e trova in spiaggia una grande discarica di scorie industriali. Qui il lavoro si trasforma magicamente in un appalto chiuso, devoluto alle solite famiglie dominanti, filiazioni barbariche dello spacchettamento territoriale in divisioni ’ndranghetiste. Cerca la politica e bussa a casa di gente civilmente disastrata. Un sindaco, Pasquale Senatore, è riuscito a edificare su un alto pianoro, affinché, forse, fosse vista da ogni luogo, la sua personale interpretazione della libertà e della pace: Gladio e la sua spada. Siamo, come vi è chiaro, a un confuso e terrificante memorial da Decima Mas.Continue reading