Web al posto del depuratore

Botricello, dunque, 4742 abitanti in provincia di Catanzaro, vuole diventare “Comune globale”. Cosa vuol dire comune globale? Leggiamo il bando di gara, capiremo certamente. I botricellesi vogliono che il loro paese diventi una “iCity: una città virtuale per costruire identità attraverso la realizzazione, mediante l’utilizzo della rete, di ambienti di apprendimento e costruzione collaborativi, di una città digitale con spazi dedicati alla riflessione sul sé, sia lungo una dimensione temporale (il presente e il futuro) sia lungo la dimensione sociale del confronto con l’altro”.
Per “riflettere sul sé”, servono un milione e centomila euro. Era già vasta la casistica dei progetti dal tratto originale scaturiti dalla generosità dei fondi europei. Ma mai si era vista, nel quadro del sostegno comunitario allo sviluppo economico, una proiezione così filosofica dei soldi di Bruxelles. Invece il municipio calabrese ha deciso di affrontare anche la profondità dell’Io. Nel bando, che ha per oggetto forniture e servizi per fare di Botricello un “comune globale”, si indica uno degli obiettivi essenziali dell’appalto: “sviluppare, identità digitali nella scuola: “Chi sono”, “Chi sarò”, “Noi siamo” “Come mi vedono gli altri/come vedo gli altri”.
Se l’impossibile è certo, il fatastico è alla portata di mouse. Un clic sarebbe dovuto servire a collegare le istituzioni ai cittadini, le imprese ai burocrati, i turisti agli alberghi. In cinque anni, e diversi milioni di euro stanziati, il clic nel sud Italia illumina, per adesso, solo diversi filoni di indagini giudiziarie. Portare internet nella pubblica amministrazione è stata una fatica di Sisifo: computer spesso imballati, portali nati già morti, reti civiche in disuso, home-page dimenticate.
Il disastro, dovuto alla assoluta inesistenza di qualunque interesse da parte della classe politica verso il mondo e la complessità della rete, è stato acuito dall’obbligo di spendere comunque. La tagliola della revoca infatti propone una soluzione ritenuta logica: dobbiamo spendere in fretta? E noi spendiamo. Il progetto, l’idea, non necessita più di alcuna coerenza o convenienza. Non c’è obbligo alla ragione, né di dare senso alle cose (riflettere su di sé?). Nulla è dovuto alla prudenza. Bisogna spendere. Ecco dunque spuntare Botricello e la sua idea. A prescindere, diceva Totò.
La riffa dell’innovazione l’ha così vinta Botricello. Sarà un comune “globale”. Lui solo. E perché? E’ più virtuoso dei vicini di casa? Sembrerebbe di no a confrontarlo con gli altri centri della sua stessa classe nella sua stessa regione. Dei 79 comuni calabresi della classe demografica che va dai 4mila ai diecimila abitanti, il premiato raggiunge il 61° posto per percentuale dei laureati, tra le più basse dell’universo di riferimento. E’ al 53° posto per reddito pro capite e l’età media è piuttosto avanzata. Anche l’efficienza amministrativa del nostro “comune globale” potrebbe essere oggetto di molti commenti: il paese, che si affaccia sul mare, è pieno di seconde case ma l’autonomia finanziaria (la quota di entrate che il Comune si procura da sé) non supera il 20° posto della classifica. Aggiungere che ha gravi problemi di depurazione delle acque, precisare che c’è anche chi abita case senza fogne, dà il quadro delle ragioni che hanno spinto la regione a dare precedenza a questo progetto.
Al posto del depuratore un bel computer. Si spenderanno 230 euro pro-capite contro i 6,5 euro (cifra già giudicata sproporzionata) della media nazionale.
Botricello avrà un mare un po’ zozzo, liquami al sole, strade piene di buche, palazzi cadenti forse. Conti in disordine. E può darsi. Ma gli scolari rifletteranno “sul sé”, la biblioteca sarà digitale, chi vorrà leggerà da casa, dal bar, dalla spiaggia si connetterà e, clic!, sfoglierà l’e-book. Gli amministratori si vedranno, è un ulteriore risultato del progetto in costruzione, sollecitati a cooperare tra di loro, a incontrarsi di più e a parlarsi, anche in videoconferenza. E in pizzeria il tavolo finalmente prenotato con un altro clic. Sì, Botricello sarà collegato al mondo, e il resto del mondo collegato a questo paese attraverso “totem informatici, ubicati in alcuni posti strategici (stazioni, aeroporti)”. E quando finalmente saremo lì, avremo “chioschi informativi per accedere ai diversi servizi della pubblica amministrazione”, e potremo godere finalmente di una “segnaletica digitale: schermi a touch screen da parete o pavimento in grado di offrire al tempo stesso visualizzazione e interattività ai servizi e alle informazioni”.
Contabilizzata la spesa, valorizzata l’impresa: “La realizzazione del progetto rappresenterebbe una boccata d’ossigeno alla preoccupante situazione occupazionale della comunità”. Tra le nuove figure che scenderanno in campo, “tecnici chiamati ad operare in caso di guasti o temporanei disservizi, garantendo un tempestivo intervento”. Tutto si tiene, il progetto è fantastico.

Pubblicato su Repubblica.it