Ciarrapico in Parlamento

Settantaquattro anni di fascismo molto ben portati. Giuseppe Ciarrapico imprenditore multicanale (“ho amici a destra e a sinistra”) impugnerà la fiaccola nel Senato della Repubblica. Così ha deciso Silvio Berlusconi. Sette giorni fa la comunicazione, oggi l’annuncio ufficiale.

“Fare il senatore di Roma a chi per una vita ha studiato e onorato la bandiera della Civiltà romana ha il senso del coronamento finale, del passo che conclude un cammino lungo”.
La Civiltà romana saluta Benedetto XVI.
“Un grande striscione in piazza San Pietro. C’ero anch’io, nel giorno in cui molti politici accorsero. Alcuni s’inginocchiavano, noi ci inchiniamo davanti al Pontefice”.
Viva il Duce!
“Il fascismo mi ha dato sofferenze e gioie. Mai rinnegato, mai confuso, mai intorpidita la mente da pensieri sconclusionati e antistorici”.
Chissà Gianfranco Fini come sarà contento.
“Di Fini non conservo alcun interesse politico. La sua alleanzuccia non mi è mai piaciuta. Mi sono tenuto lontano e ho fatto bene. Ho visto che ha accettato di unirsi a Silvio Berlusconi”.
Lei parla col Capo, non con i sottoposti.
“Con Berlusconi l’amicizia è di antica data. E il suo ingegno è davvero raro. Ieri al Palalido di Milano ho conosciuto la potenza di questo movimento”.
Ha conosciuto anche Bondi? Secondo il decalogo da lui diramato coloro che hanno un aggravio giudiziario dovrebbero essere esentati dalla corsa.
“Ho tutti i diritti civili e politici integri. Bondi badi alle vicende altrui e non inganni il tempo con riflessioni sul sottoscritto”.
Bondi nemmeno ha fiatato, per la verità. Le stavo riferendo il decalogo.
“Ah, capito”.
Un Ciarrapico si sarebbe visto meglio in compagnia di Storace.
“E’ un caro amico. Al momento della fondazione del suo movimento io accompagnai Berlusconi. E la platea mi tributò un applauso inaspettato e gradito”.
Con i lineamenti fascinosi della Santanchè la Destra trova anche il senso di una relazione intima con l’Italia del duemila.
“La conosco bene. Ma ho detto a Starace…”
Storace, con la o.
“Sto lavorando a una biografia di Starace. Scusi la confusione”.
A Storace ha detto.
“Non possiamo fare “io, mammeta e tu”.
In effetti le sue idee le ha tenute vive seguendo fedelmente Andreotti.
“Con il peso di tutto quello che sono”.
A proposito di peso: perché appesantisce le pareti delle redazioni dei suoi giornali con le foto del Duce?
“Bellissimo”.
Ad Isernia le colleghe sono costrette al lavoro sotto quell’occhio così vigile.
“Ovunque c’è”.
Potrebbe alleggerire pur dentro il solco del nuovo corso. Un ritratto dei Village People, per esempio?
“L’ultima volta che sono stato a Predappio era, mi pare, ottobre. Sedicimila persone”.
Tante.
“E quando prendo la mia barchetta in estate e vado a Gallipoli faccio sempre un salto al cimitero dov’è sepolto Storace”.
Starace.
“Grande uomo”.
Berlusconi vincerà.
“Intelligenza raffinatissima”.
Costerà tanta fatica far rialzare l’Italia.
“Come si disse: governare gli italiani non è faticoso. E’ totalmente inutile”.
Ritorna sempre il giovane balilla.
“Il mio sogno era fare il tamburino dei balilla”.
Sua zia le comprò il tamburo.
“Ma io cambiai sogno: puntai a fare il mazziere”.
Il capo in testa.
“Quello che sta avanti e che guida”.
da Repubblica del 10/03/2008