Il generale Torre: “Un soldato ricorda tutti, vincitori e vinti”

torreUn generale dalle mille energie e dalla franchezza stupefacente. Papista ma con una fede pericolante, peccatore consapevole e politico libertino. Il sindaco di Roma ha voluto Antonino Torre, parà in pensione, delegato “alla memoria di Roma”. Mal gliene incolse. «Quanti guai sto combinando. Sono una spina nel fianco, me caccerà».
Celebrare a Porta Pia i soldati del Papa è stata una sua idea.
«Esattamente».
Ha letto i morti del fronte papista.
«Il 15 giugno ero sul Col Moschin accanto ai paracadutisti del nono battaglione di assalto, gli arditi. Abbiamo commemorato i nostri e i loro».
Gli austriaci che li hanno infilzati?
«Esattamente. Un soldato ricorda tutti: i vincitori e i vinti».
Militia Christi ha esultato per la sua personale breccia.
«Sono un uomo libero».
Ma un po’ bizzarro.
«Matto?».
Provocatore.
«Il popolo Sioux aveva grande rispetto dei pazzi perché riteneva avessero un colloquio diretto con Manitù, il dio rosso».
Generale, ma chi l’ha chiamata in consiglio comunale?
«Mi hanno caricato a bordo all’ ultimo momento. Mi hanno candidato nella lista civica e nessuno si aspettava che venissi eletto».
Simpatie di destra?
«Macché».
Di sinistra.
«Macché».
Un pesce fuor d’ acqua. Alemanno lo deve sapere.
«La volta scorsa ho votato Veltroni, ma non perché mi stia simpatico. Anzi: ero intenzionato a dare una mano a Tajani, però purtroppo andai all’Ergife ad ascoltarlo. C’ era anche Berlusconi e questo Tajani disse: scusa presidente ma devo, col tuo permesso, dire una cosa su Veltroni in romanesco: A’ marzia’ facce rideee. Per una fregnaccia del genere chiedi pure il permesso? Capii tutto di Tajani in un attimo».
Lei è strano.
«Moltissimo. In consiglio comunale sono legato da speciale amicizia con Tarzan, il consigliere dei disoccupati organizzati. Molto simpatico».
Insuperabile.
«Guardi che appaio strano solo perché sono libero in un mondo di servi. E la mia libertà mi permette di dire che la politica utilizza la memoria per dividere, e i morti per continuare ad odiare. O anche per fare carriera. Pensi a Fini».
Il presidente della Camera.
«Senza i repubblichini avrebbe fatto questa carriera? Bisognerebbe avere più senso della misura e rispetto».
Lei dovrebbe avere senso della misura.
«Cattolico con qualche peccatuccio. Ma nulla di paragonabile a quelli di Berlusconi. Mia moglie è sempre stata una sola».
Lei è la prova che è meglio se un soldato sta in caserma.
«Kosovo, Albania, Iraq, Somalia. Ovunque sono andato».
Ardito.
«Un soldato non ama la guerra e la morte. E’ prudente ed equilibrato».
Ha ucciso?
«In Somalia soltanto. E solo perché costretto. Ma non mi faccia ricordare».
Che dire, generale.
«Lei cosa penserebbe di uno che è nato il primo aprile?».

(da Repubblica del 23 settembre 2008)

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2 Comments

  1. Il “generale” Torre dice solo stronzate, in Somalia non ci è mai stato e cmq era seduto su una comoda poltrona da dove ha fatto “carriera”, perchè non racconta di quando un maresciallo, quando era capo centro al 1° ccee di via Guido Reni, gli lancio un nastro magnetico e lo colpì in piene fronte, perchè gli rompeva in continuazione i c****

  2. Quando Antonino Torre era maggiore (1982) fece il corso di paracadutismo all’ANPDI per aumentarsi lo stipendio, da allora ha fatto una carriera fulminante.. Ma chi conosci..?

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